Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

245258
Grazia Deledda 48 occorrenze
  • 1919
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Verismo
  • UNICT
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Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

Fu una sera dell'aprile scorso che il possidente Davide D'Elia, tornandosene in calesse da una sua fattoria, credette di vedere in mezzo alla strada

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una mia maligna allucinazione, e che tuttavia mi fece tanto male: mi sembrò che quei due si guardassero con un sorriso di beffa. Si beffavano di me. La

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lui al banco, sebbene fosse ricco: possedeva una fila di case mobiliate che affittava ai bagnanti, e barche da pesca e uno stabilimento balneare dove

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Verso la una ero davanti alla drogheria deserta, accecato dal sole della strada, dal barbaglio del mare che pareva uno specchio mosso, e dai miei

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macchie e i cespugli da una parte e dall'altra sembrano coperti d'un nevischio sporco, tanto son polverosi. Una tristezza e un'arsura da deserto: e in

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Conservo un ricordo confuso come quello che si ha dei sogni, di quanto avvenne dopo. Mi colse una forte vertigine, tanto che dovettero sostenermi e

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solo, accanto a una barca capovolta coperta da un drappo, che mi dava l'idea di una barca morta: un'altra, più in là, verde e rossa, sembrava un grande

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Passavano i giorni, le settimane. In fondo io li contavo, come a volte meccanicamente si contano i passi che ci conducono al termine di una strada

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Mi svegliai sulla sabbia: sopra di me il cielo era tutto cremisi, e una figura che mi pareva sospesa su questo sfondo come una nuvola dalle strane

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nuova, furtivi, inquieti, d'un'inquietudine che ella però cercava di nascondere: solo gli occhi di una madre possono guardare così. E io sentivo

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rispondeva: la sua attenzione, più che dalle donne, pareva attirata da un uomo coricato su una stuoia, lungo la parete all'angolo del camino; o per

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Il fatto è che quel mio bagno straordinario aveva peggiorato le condizioni dell'anima mia. E non mi sentivo neppure capace di ricominciare. Una

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Mentre il vecchio andava a rimettere i suoi arnesi, ella mi accennò di sedermi. Sedetti. Non so perchè provavo d'un tratto una sensazione di pace, di

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me stesso, mi faceva camminare agile e dritto e rivedere chiaro intorno a me. Tornato a casa, mi metto naturalmente a scrivere subito una lettera alla

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uomo con una gamba di legno. Li vedevo parlare, agitarsi, ridere, e capivo tutte le cose che dicevano; cose semplici perfettamente inutili. La padrona

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E quasi ogni volta che andavo da lei le portavo una lettera e gliela deponevo di nascosto nel paniere da lavoro; e lei non mi rispondeva, ma non

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D'un tratto fui preso da una grande timidezza. Non osavo più tornare dalla moglie del mio creditore, e ne davo la colpa al mio orgoglio, alla paura

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adesso, maturato dal dolore: tutto potevo fare, ma non commettere più una colpa d'amore. Eppure mi arrabbiavo contro me stesso per questa mia onestà: e la

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Così cominciò per me una lotta profonda. Riamavo Fiora solo perchè l'altra mi tentava. E il vero peccato mi sembrava questo: mi sembrava che Fiora

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Una domenica mattina, ai primi di febbraio, mi svegliai con l'impressione che quel giorno qualche cosa di nuovo doveva accadere. Sapevo che nel

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la zia alzarsi anche lei, composta, con le povere mani strette l'una con l'altra come per aiutarsi e promettersi qualche cosa a vicenda: sollevò il

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in fondo mi attirava come una gola di montagna. La seconda volta vidi la donna stessa che si affacciava a quello sfondo e pareva in una Iontananza di

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In quei giorni la zia cadde malata. Era una semplice pleurite, la sua, ma io mi misi in mente che ella fosse malata di crepacuore per i dispiaceri

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case nere, con su una striscia di cielo ancora verdastro; solo il crocevia era illuminato da un fanale giallo che sotto di sè faceva ombra come un albero

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prendermi l'onore. E io stavo lì a piangere contro il muro come un bambino a cui sia stata strappata una cosa dal pugno. Ma una fiamma mi illuminava già la

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intravidi la balia con una grande scodella in mano: mi guardò con l'avidità con cui mangiava: avidità di sapere perchè ero lì. La padrona la chiamò, le

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rispose, ma quando rientrai un'altra volta nella camera mi diede una busta con dentro del denaro. E io andai dal dottore. Il dottore abitava piuttosto

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mio, le dirò ogni cosa, alla zia, e lei sara contenta. Intanto ero contento anch'io, d'una contentezza strana, grottesca, da folle: oltre alla

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una sera tiepida, quasi estiva, con un cielo glauco ove già qualche stella appariva, lontana, come attraverso un velo d'acqua: nella strada deserta

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mio sangue sconvolto. Seguivo senza voltarmi la strada verso la pineta: una strada polverosa fiancheggiata di casette già a quell'ora chiuse e scure

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vicino al fiume. Una casa, infatti, nereggiava dietro i pini, su uno sfondo grigio tempestato di stelle; due finestre erano illuminate e il loro chiarore

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completa non riuscivo a trovarla: una luce, mille luci tremolavano nell'anima mia smarrita, come le stelle nel firmamento scuro. E quell'impressione

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, quell'involto, fra me e il mare sembrava una montagna candida che mi chiudesse l'orizzonte e m'impedisse il passo verso la morte. No, non volevo più morire: non

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com'erano da una fiammella che ardeva notte e giorno entro un bicchiere giallognolo a metà colmo d'olio, deposto entro una nicchia in fondo alla quale

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piangere. Chi era, poi? Aveva una madre, un padre? Perchè lo avevano buttato in mezzo alla strada come un oggetto inutile? Invano tentò di farlo parlare

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Perchè ella era una donna superstiziosa e sognante. Da qualche tempo, poi, quest'impressione di sogno che l'aveva sempre guidata, s'era intensificata

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irritato il marito, il quale raccontava ancora una volta al vecchio dottore che lo accompagnava, come aveva trovato il bambino, dichiarando che s'era

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sua visita usava offrirgli. Ella chiamò Albina: ma il dottore, sedendosi sulla panca vicino a lei, le battè una mano sulla spalla come per scuoterla dal

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Michele. Ed ecco Michele con una tazza di latte in mano: con l'altra mano cerca la testa del bambino sollevato sui guanciali e gli avvicina la tazza

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: lagrime quasi di voluttà le scesero, fermandosi sui solchi del suo viso ove subito s'asciugarono come una lieve pioggia estiva su una terra riarsa. Ma

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misterioso, di confuso, una scena alla quale aveva assistito da poco ma non ricordava dove, come, perchè. Ah, ecco, il sogno, il segreto che il

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pieghe e i suoi pomi di carne: era quasi un corpo maturo, nella sua piccolezza, con la pelle aderente alle ossa sottili; quasi limato da una lunga

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loro. Anche il cieco era venuto piano piano a mettersi in una piega del muro, cercando di non farsi vedere per non irritare la padrona, ma odorando

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Le mie disgrazie cominciarono presto; quando per gli altri la vita è come il crepuscolo di una bella giornata; quando anche il pianto non è che un

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, e anche nelle grandi città, e di cui l'autore quasi sempre rimane sconosciuto: e in quel momento mi sembrava una rivelazione l'immaginare che questi

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. Era una vera sterpaglia, e i cespugli fioriti della ginestra e i rovi coperti di rose canine non confortavano col loro colore e iI loro profumo la mia

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invano la muta luce del mio amore. Mi alzai; mi parve di rivedere la testa di Fiora; era un punto rosso, una finestra illuminata della sua casa. Subito mi

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, ed ebbi vergogna di me stesso. Quella sera uscii; andai verso il mare. Era una notte di luna, d'una chiarezza inesprimibile: il paese era pieno di

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